Il viaggio come metafora della vita è patrimonio acquisito alla cultura umana da tempo immemore. Vivere la propria vita con la consapevolezza di essere in viaggio é dono di sapienza, sfida quotidiana contro l’atono tram tram che sbiadisce ogni colore.

La clandestinità è la condizione di chi pur essendo in un luogo, in realtà non vi appartiene del tutto. Sfugge alla logica che ne regola le dinamiche, non perché non la capisca ma per non restare bloccato in un sistema, per avere la possibilità di esplorare altre logiche. È la condizioni di chi pur essendo nel mondo non appartiene al mondo, di chi osserva rimanendo un passo indietro. È condizione privilegiata di osservazione al prezzo altissimo della solitudine.

Diario di un viaggiatore clandestino vuole essere il piccolo tentativo di un uomo di prendere degli appunti nel viaggio della vita, cercando di vederla oltre il proprio sè, fuori dai confini a cui la cultura ci abitua, con la speranza che questo esercizio aiuti la difficile arte del discernimento, prepari la strada alla Sapienza, permetta una serena condivisione con altri compagni di viaggio.

Buona Strada.